Era il tempo degli aquiloni
Era il tempo degli aquiloni
dei sogni colorati
delle bolle di sapone
dei giochi al chiaro di luna
nella piazzetta del Sacro Cuore,
delle pesche rubate
nell'orto del curato.
Era il tempo delle case fatiscenti
dei bisogni sotto gli alberi
dei fichidindia a colazione,
delle fave a mezzogiorno
e a sera pane e cipolla.
Era il tempo degli aquiloni
della gita col carretto a ferragosto
dei falò in riva al mare,
dei "cunti" di mia nonna
nelle fredde sere d'inverno,
dei pianti silenziosi
dei sospiri di mio padre.
Era il tempo dell'arrivo
improvviso dei parenti,
di mia madre indaffarata
tra i fornelli,
intenta a cucinare
la miseria di quei giorni.
E intanto io crescevo…
Con le scarpe risuolate
e i calzoni alla zuava
che svestiva mio fratello,
sognando di indossare
per San Pietro
il suo vestito della festa.
(2006)

Pensiero all'imbrunire
Oramai sugnu arridduttu
comu na maccia ri milicuccu
a capu ri mmiennu
senza pampini e senza fruttu.
Senza ri tia mi sientu persu.
A sira prieju a Diu e mi va cuccu
e aspiettu, aspiettu, aspiettu...
(2007)
(Ormai sono
diventato
come l'albero
del bagolaro
all'inizio
dell'inverno
senza foglie
e senza frutto.
Senza di te
sono perduto.
La sera prego
Dio e vado a letto
e aspetto,
aspetto, aspetto...)
